La ALCA (acronimo di Anonima Lombarda Cabotaggio Aereo) Volpe, venne presentata in un teatro romano alla presenza del comico Erminio Macario, il 30 Marzo del 1947.
Nacque da un progetto di Gioacchino Colombo (celebre per essere il progettista dei primi mortori Ferrari), disegnata da Flaminio Bertoni, con l’intento di essere un’alternativa economica alla Topolino e permettere la motorizzazione di massa dell’Italia del primo dopoguerra.
La carrozzeria portante in acciaio aveva delle linee tondeggianti, il parabrezza in resina sintetica e la capote apribile in tela, era lunga 250 cm, larga 102 ed alta 106 cm a capote chiusa; puntava sulla leggerezza, 135 kg di peso, e la semplicità costruttiva, non aveva il differenziale posteriore, data l’esigua carreggiata, l’avviamento “a strappo” come sui motori da barca ed il gruppo motore-cambio oscillante attraverso un solo ancoraggio alla scocca, come la Vespa Piaggio, nata solamente un anno prima. Il cortissimo passo, 150 cm, ed il diametro di sterzata di 2,75 metri, la rendevano particolarmente ,maneggevole.
Dotata di un motore bicilindrico a due tempi di 124 cc alimentato a miscela e raffreddato ad aria, aveva una potenza massima di 6 CV a 5000 giri/min, montato posteriormente, avrebbe permesso alla Volpe di raggiungere i 75 km/h di velocità. Il cambio era a 4 marce + retro, privo di frizione, con leva al volante e preselettore. Il comparto sospensioni era a balestra trasversale all’anteriore e due mezze balestre longitudinali al posteriore, con ammortizzatori telescopici, l’impianto frenante era a tamburo con comando meccanico.
Il lancio pubblicitario continuò con l’iscrizione alla Mille Miglia di cinque autovetture 2 in versione standard turismo e 3, denominate carrera, senza capote, con coda aerodinamica, poggiatesta integrato e motore turbocompresso, che purtroppo non si presentarono alla partenza.
Della microcar vennero prodotti meno di una decina di esemplari ed i sogni della ALCA svanirono con un’accusa di bancarotta fraudolenta nel 1948; la storia racconta di una truffa ben orchestrata, di una raccolta di ordini ed anticipi dei clienti pari a 300 milioni di lire e del coinvolgimento della casa spagnola Gemicar Internacional Auto S.L. di Madrid, che nel 1947 decise di costruire su licenza la vetturetta con denominazione Hispano Volpe, per il mercato interno, per il Portogallo, il Marocco, l’America latina e le colonie spagnole, ma nessuna autovettura varcò i cancelli degli stabilimenti spagnoli.
I pochi esemplari sopravvissuti di ALCA Volpe si trovano oggi in musei o collezioni private, come quella in possesso di Corrado Lopresto.
Il rimpianto, se vogliamo, è che la Volpe abbia per certi versi anticipato alcune delle soluzioni che sarebbero poi state adottate sulle “bubble car” con ben altro successo commerciale quasi dieci anni dopo, come la Kleinschnittger F125, la Iso Isetta, la Messerchmitt Kabinenroller (Mival in Italia), la Brütsch Mopetta e la Glas Goggomobil.
Mille Miglia del 1947:
n° 1 Di Giorgio / Spreafico, Alca Volpe, categoria Sport Speciale, cilindrata inferiore a 750 cc, equipaggio non presentatosi alla partenza.
n° 2 Sgarlatta / Cella, Alca Volpe, categoria Sport Speciale, cilindrata inferiore a 750 cc, equipaggio non presentatosi alla partenza.
n° 3 Tagifana / Lippi, Alca Volpe, categoria Sport Speciale, cilindrata inferiore a 750 cc, equipaggio non presentatosi alla partenza.
n° 4 Villa / Feller, Alca Volpe, categoria Sport Speciale, cilindrata inferiore a 750 cc, equipaggio non presentatosi alla partenza.
n° 5 Cerilli / De Santis, Alca Volpe, categoria Sport Speciale, cilindrata inferiore a 750 cc, equipaggio non presentatosi alla partenza.