Per quanto riguarda Carlo Abarth e la sua storia, esistono innumerevoli pubblicazioni, faremo però ugualmente un breve accenno alla storia dell’uomo prima delle sue autovetture.
Karl Abarth è nato a Vienna il 15 novembre 1908, dove rimase con la madre, mentre il padre si era trasferito a Merano per gestire l’albergo del nonno e diventò cittadino italiano.
Già all’età di quindici anni era stato contagiato dalla passione per le corse e la competizione, prima con le biciclette, poi con le moto.
Parallelamente, iniziò a lavorare in un’officina specializzata in lavorazioni di precisione ed apprese i “segreti” della tecnica.
Nel biennio 1927 – 1928, alla squadra corse MT, Karl prima costruisce la sua prima motocicletta e poi partecipa al Gran Premio d’Austria dove ottiene il miglior tempo in prova, ma è costretto al ritiro in gara. Poco dopo però, vinse a Salisburgo e fu la consacrazione come pilota.
Alla morte della madre, con l’eredità, avviò la sua prima fabbrica che produceva carrozzini per moto. Con i sidecar vinse spesso nel periodo dal 1934 al 1938. Il 1934 lo ricordiamo per il suo matrimonio con la segretaria dell’avv. Piech, genero di Ferdinand Porsche, conoscenza che si rivelerà cruciale per la sua crescita come tecnico ed imprenditore.
Il 1938 è l’anno nel quale corse con i colori italiani in quanto figlio di un cittadino italiano.
Nel 1945, dopo la guerra, raggiunse il padre a Merano, prese la cittadinanza italiana e cambiò il nome in Carlo e dopo aver commercializzato tappeti e biciclette, nel 1946 riprese i contatti con Ferry Porsche, nipote di Ferdinand, che lo volle nello studio tecnico della casa tedesca in Italia.
Con l’ing. Rudolph Hruscha, gestì il progetto Porsche per la Cisitalia 360 da Gran Premio e proprio alla Cisitalia di Piero Dusio, Abarth gestì in pista le vetture progettate dagli ingegneri Giovanni Savonuzzi e Dante Giacosa, padre della Fiat 500 del 1957 per chi non lo sapesse.
Carlo Abarth lascia la Cisitalia, ottenendo come liquidazione alcune 204 Sport, alcune casse di ricambi ed una marmitta, studiata da Giovanni Savonuzzi, che diventò il prodotto di punta della Abarth & C. fondata il 31 Marzo 1949 a Bologna, mentre il 15 Aprile a Torino nacque la Squadra Carlo Abarth per far gareggiare le Cisitalia-Abarth 204, con il vincolo per un anno di mantenere il nome Cisitalia, per poi adottare il simbolo dello scorpione suo segno zodiacale.
La 204 A è la prima autovettura che partecipa alla 1000 Miglia nel 1949 e 1950, seguita poi dalla 205 nel 1950, dalla Fiat 1100 S nel 1951, dalla Fiat 1400 berlinetta Touring nel 1951 e 1952, dalla Fiat 600 nel 1956 , dalla Fiat 750 sempre nel 1956 e per ultime nelle varianti Zagato e Vignale nel biennio 1956 e 1957, ultimo anno nel quale si è corsa la Mille Miglia di velocità.
204 A
L’autovettura, nata con la collaborazione dell’ing. Luciano Sholz, era realizzata con un telaio composto da due tubi ovali rinforzati da una crociera centrale. Le sospensioni, nella sezione anteriore, erano composte da ruote indipendenti con doppi bracci longitudinali e barre di torsione trasversali (soluzione derivata da quella impiegata sulla Porsche 356 e sul Maggiolino), mentre in quella posteriore erano composte da un ponte rigido sospeso su due balestre semiellittiche dotate di ammortizzatori telescopici idraulici.
Il motore era un 4 cilindri derivato dalla Fiat 1100, denominato 204A, ed era gestito da un cambio manuale a quattro marce. Esso era abbinato a due carburatori Weber 36 DR 4 SP che gli permettevano di generare la potenza di 83 cv. Con tale configurazione, la velocità massima era di 190 km/h. Il corpo vettura, per ridurre il peso complessivo a 510 kg, era costruito in alluminio, mentre l’impianto frenante era costituito da freni idraulici a tamburo.
Alla Mille Miglia del 1949 l’equipaggio n° 436 Scagliarini / Maggio, nella categoria Sport con cilindrata inferiore a 1100 cc, conquistò il 2º posto di classe ed il 5º assoluto.
Mille Miglia del 1950:
n° 617 Graziani / Trassineli, Abarth 204 A, categoria Sport, cilindrata inferiore a 1100 cc, 10º posto di classe ed il 41º assoluto.
n° 603 Arosio / Sala, Abarth 204 A, categoria Sport, cilindrata inferiore a 1100 cc, 11º posto di classe ed il 42º assoluto.
n° 608 Paladini / Frank, Abarth 204 A, categoria Sport, cilindrata inferiore a 1100 cc, 11º posto di classe ed il 42º assoluto.
n° 535 Duberti / Maggio, Abarth 204 A, categoria Sport, cilindrata inferiore a 1100 cc, non classificati.
n° 628 Auricchio / Bozzini, Abarth 204 A Spider Sport, Squadra Carlo Abarth, categoria Sport, cilindrata inferiore a 1100 cc, non classificati.
205 A
Dalla 204 nacque la 205, carrozzata da Vignale, che realizzò un corpo vettura in alluminio, su disegno di Giovanni Michelotti.
La vettura era dotata di un propulsore quattro cilindri Fiat da 1089 cc gestito da un cambio a quattro marce potenziato con un kit di elaborazione della Abarth, il quale consisteva in un collettore di aspirazione rivisto, due carburatori Weber e uno scarico sportivo. Così preparato, il motore erogava una potenza di 83 cv.
Alla Mille Miglia del 1950, la 205 è schierata in due versioni, la prima con alcune vistose appendici aerodinamiche, studiate da Giovanni Savonuzzi, e applicate sul muso e sulla coda, la seconda, il telaio 205A/102, terminato appena prima dell’evento, con la carrozzeria grezza, affidata a Carlo Scagliarini, amministratore delegato della Abarth e fratello di Guido Scagliarini co-fondatore della Abarth & C.
Mille Miglia del 1950:
n° 630 Scagliarini / Garrone, Abarth 205 berlinetta Vignale, iscritta però come 204/A, Squadra Carlo Abarth, categoria Sport, cilindrata inferiore a 1100 cc, 9º posto di classe ed il 31º assoluto.
n° 533 Scagliarini / Maffiodo, Abarth 205 A berlinetta Vignale coda lunga, Squadra Carlo Abarth, categoria Sport, cilindrata inferiore a 1100 cc, non classificati.
Mille Miglia del 1951:
n° 231 Lothaller / Anzenbacher Abarth 205 Sirca, Squadra Carlo Abarth, categoria Sport, cilindrata inferiore a 1100 cc, non presentatisi al via della corsa.
Fiat 1100 S
Della Fiat 1100 S curata da Abarth non abbiamo trovato notizie certe, possiamo solo immaginare che fosse una elaborazione motoristica per un cliente privato.
La classifica della Mille Miglia del 1951 riporta infatti l’equipaggio n° 236 Nicastro / Bozzetti, nella categoria Sport con cilindrata inferiore a 1100 cc, con una generica Abarth che peraltro non riuscì a raggiungere il traguardo.
Le immagini allegate sono di una Fiat 1100 S del 1948
Fiat 1400 berlinetta Touring
La Fiat 1400 venne lanciata nel 1950 e fu la prima autovettura della casa torinese ad avere la scocca portante. Il motore era un 4 cilindri derivato di 1395 cc, ed era gestito da un cambio manuale a quattro marce, con comando al volante. Esso era abbinato a un carburatore Weber 32 DR6-SP o Solex 32BI che gli permetteva di generare la potenza di 44 cv. Con tale configurazione, la velocità massima era di 120 km/h.
Il corpo vettura, aveva sospensioni anteriori a ruote indipendenti, bracci traversali triangolari, molloni elicoidali, ammortizzatori telescopici, barra stabilizzatrice traversale e posteriori ad assale rigido, mollone, balestre a ½, ammortizzatori telescopici, barra ancoramento traversale. L’impianto frenante era costituito da freni idraulici a tamburo.
L’esemplare che partecipò alla Mille Miglia era la versione coupé della carrozzeria Touring Superleggera.
Mille Miglia del 1951:
Non essendo riusciti a risalire al numero dell’equipaggio dall’elenco dei partecipanti in quanto non presente la dicitura Abarth, riportiamo il migliore classificato partito con il n° 100 Monaco / Fortuna Fiat 1400 berlinetta Touring, categoria Gruppo B – Vetture Utilitarie Internazionali (Turismo), cilindrata inferiore a 1500 cc, 10º posto di classe ed il 55º assoluto.
Mille Miglia del 1952:
n° 335 Capelli / Gerli, Fiat 1400 berlinetta Touring, categoria Gran Turismo Internazionale, cilindrata inferiore a 1500 cc, 4º posto di classe ed il 61º assoluto.