Il museo bresciano si lega a quello della Federcalcio: la storia dello sport al servizio dei giovani
Da un lato, le auto ancora ruggenti che tra il 1927 e il 1957 sono sfrecciate da Brescia a Roma (e ritorno) nella più epica gara di velocità. Dall’altro, la maglia di Silvio Piola, ricamata dalla mamma, accanto a quelle di Morosini e Astori, alle scarpe della centesima partita in nazionale di Bonucci, sotto il luccichio della coppa da campioni d’Europa conquistata dagli azzurri a luglio. C’è il filo rosso della tradizione, della passione e del movimento che da ieri unisce il museo della Mille Miglia di Sant’Eufemia e il Museo del Calcio di Coverciano. Ieri è stato sancito ufficialmente il gemellaggio tra le due strutture che raccontano uno spaccato d’Italia, non solo sportivo. «Un ulteriore tassello per entrare nei circuiti museali italiani», attraverso la volontà di custodire un patrimonio storico prezioso, racconta il vicepresidente del museo Mille Miglia, Paolo Streparava.
«Una bellissima occasione per due strutture che mettono insieme la passione e l’adesione a valori sociali e culturali», sottolinea Enrico De Marchi, vicepresidente del Museo del Calcio, fortemente voluto da una figura di rilievo del calcio italiano, Fino Fini, e in cui ha avuto un ruolo importante anche il bresciano Mario Ferrari. «Presto amplieremo anche gli spazi dedicati al calcio femminile con una sezione propria», aggiunge De Marchi. La programmazione è tutta da definire, sullo sfondo di convenzioni e scambi di visite. «A primavera una delegazione del Museo Mille Miglia sarà a Coverciano. Ma stiamo già organizzando le visite al Museo del Calcio – spiega Paolo Dosselli, consigliere nazionale dell’Associazione Allenatori Calcio che ha tessuto la tela del gemellaggio – e alle società sportive offriamo l’opportunità di trascorrere una giornata a Coverciano, con allenamento e pranzo al centro tecnico».
Un’offerta che sarà di forte richiamo, soprattutto per i settori giovanili, con gli aspiranti calciatori impegnati sulla stessa erba dei grandi campioni. «Anche perché uno dei nostri obiettivi è proprio il coinvolgimento dei giovani nelle nostre iniziative», precisa Maria Bussolati , direttore del Museo Mille Miglia. La collaborazione celebrerà così le passioni che uniscono le generazioni. Lo sa Tiberio Cavalleri, procuratore sportivo e gentleman driver con 10 partecipazioni alla 1000 Miglia, che ieri ha incarnato lo spirito dell’iniziativa, attraverso i suoi ricordi calcistici e da pilota, messi nero su bianco in «Ho fatto gol!», a breve disponibile anche nella libreria del museo di Coverciano.
Articolo tratto da: brescia.corriere.it