La scelta è già avvenuta. Ma sarà svelata soltanto stamattina. Potrebbe essere una conferma. O una clamorosa sorpresa. L’undicesima volta di Ubi Banca. O la prima di Deutsche Bank. A contendersi il ruolo di main sponsor bancario della Mille Miglia sono due colossi della finanza: lo storico gruppo bresciano e la grande novità tedesca. Uno interessato al rapporto con il territorio; l’altro, soprattutto, alla clientela vip che ogni anno partecipa alla corsa partendo dalla Germania. Entrambi hanno manifestato formalmente l’interesse ad associare il proprio nome alla corsa per auto storiche più bella del mondo e allo sfruttamento commerciale del marchio che la rappresenta.
MA PROPRIO la mancata possibilità di utilizzare il logo della mitica Freccia Rossa a fini commerciali (a partire dall’ emissione delle carte di credito «personalizzate») ha mandato deserta lo scorso gennaio la prima gara indetta da Mille Miglia srl per l’aggiudicazione del bando. Tale possibilità rappresentava un aspetto decisivo della partnership con la società controllata al 100 per cento dall’Aci Brescia che organizza la corsa, ma non è stata l’unica ragione del flop. A provocare la mancata presentazione di offerte valide è stata anche l’indeterminatezza legata alla possibile estensione del rapporto di sponsorizzazione ad altre due manifestazioni automobilistiche nei programmi dell’Automobil Club e della sua «controllata»: la prima edizione della Mille Miglia Green (con auto elettriche da far correre il primo giorno attorno ai quattro principali laghi lombardi – Benaco, Sebino, Lario e Maggiore, con partenza e arrivo a Milano perché nessuna auto elettrica è oggi in grado di compiere senza ricarica il classico percorso Brescia-Roma-Brescia, e il secondo giorno sulla storica pista dell’Autodromo di Monza) e la rievocazione della mitica Coppa delle Alpi (dalla Francia al Piave, passando per St Moritz, per celebrare la pace a cent’anni dalla fine della Grande Guerra: 1918-2018). Il problema era la titolarità dei nuovi marchi, contesa dalle due società, che sono strettamente collegate (una è la controllante, l’altra la controllata), e in teoria non dovrebbero essere in concorrenza. E invece lo sono da quando il tandem composto da Aldo Bonomi (presidente del Consiglio di amministrazione della Mille Miglia srl) e da Piergiorgio Vittorini (presidente di Aci Brescia) si è spezzato. Nella stessa squadra alle scorse elezioni, l’imprenditore lumezzanese e l’avvocato bresciano a un certo punto si sono trovati su posizioni distanti, tanto che si presenteranno alla testa di due liste contrapposte alle prossime votazioni per il rinnovo del Consiglio d’amministrazione dell’ente di via Enzo Ferrari, già in passato oggetto di torride sfide all’ultimo voto.
A SOLO UN MESE dalla Mille Miglia 2018 (in programma dal 13 al 18 maggio) e a sette settimane dalle elezioni dell’Aci, anche la scelta del partner finanziario della corsa divide i contendenti: Bonomi l’ha affidata a un comitato di valutazione che si è riunito due giorni fa e ha inoltrato il suo verdetto al Consiglio di amministrazione della Mille Miglia srl cui spetta la decisione finale (presa ieri); Vittorini pone interrogativi sui criteri di valutazione adottati dalla commissione: conta solo l’offerta più alta o anche la territorialità? Tali criteri potrebbero essere svelati oggi insieme all’esito del testa a testa per aggiudicarsi il contratto di sponsorizzazione. Uno sprint a due, dopo che nei mesi scorsi si era affacciato sulla scena un terzo contendente: Julius Bär, la più importante banca svizzera di pura gestione patrimoniale (si occupa esclusivamente di private banking e di risparmio gestito, con un patrimonio di 320 miliardi di franchi). L’interesse era molto concreto. Poi sono cambiati i vertici societari e il nuovo amministratore delegato ha bloccato tutto.
http://www.bresciaoggi.it Marco Bencivenga