Via alla mostra dedicata ai 90 anni della Freccia Rossa, allestita da Automotive Masterpieces con il patrocinio dell’Automobil Club di Brescia
«Quando vedi una B24, non ti basta guardarla, avresti voglia di toccarla». Parole di Franco Martinengo, guida del Centro Stile Pininfarina che aveva saputo dare concretezza al sogno di Gianni Lancia nel 1954. Sessantatre anni dopo la sensazione rimane identica, ammirando il gioiello della casa automobilistica torinese esposto al Museo Mille Miglia per la mostra dedicata ai 90 anni della Freccia Rossa, allestita da Automotive Masterpieces con il patrocinio dell’Automobil Club di Brescia.
Le auto in mostra
«Ci pensavamo da qualche anno – ha spiegato Fabio Fedi, direttore commerciale del museo – e ora, con questo omaggio importante, comincia un nuovo ciclo». Una mostra frutto di ricerche storiche dedicate alla corsa più bella del mondo. «Abbiamo in esposizione 35 esemplari di vetture che hanno partecipato alla 1000 Miglia tra il 1927 e il 1957- ha precisato Sandro Binelli di Automotive Masterpieces – che sono solo una parte delle auto “superstiti” della corsa di quegli anni. Ne abbiamo già censite 500 in tutto il mondo, speriamo di trovarne altre». Per ogni esemplare sono stati verificati immatricolazione, numero di telaio e partecipazioni alle corse dell’epoca. Al Museo Mille Miglia, accanto ad ogni auto, c’è un totem con il curriculum dei gioielli in mostra. «A breve – commenta ancora Binelli – attiveremo anche una app bluetooth per consultare le informazioni direttamente dallo smartphone». A far bella mostra di sé, tra le altre, la Ferrari 340 MM guidata nel ‘53 da Gigi Villores, l’Aurelia B20 Gt, 33esima classificata nel ‘52, l’Autobleu 750, fresca di restauro, protagonista della Freccia Rossa del 1955 e la Astura MM Sport del ‘38 messa a disposizione dal Museo Nicolis. Rarità che raccontano storie di successi e progressi. «E ora, dopo questi 90 anni – ha sottolineato Piergiorgio Vittorini, presidente dell’Ac – vediamo nuovi traguardi, anche a breve distanza, e altri 90 anni di successi e prestigio, di crescita e anche di profitti, grazie anche al sostegno di realtà imprenditoriali che con noi condividono la passione per l’automobilismo e le sue tradizioni».
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