Alfa Romeo 2 parte

6C 1500

L’Alfa Romeo 6C racchiude una serie di autovetture prodotte fra il 1927 ed il 1950, con cilindrate da 1.500 a 3.000 cc. progettate da quel genio assoluto che fu Vittorio Jano.

La prima 6C (acronimo di 6 cilindri), viene presentata al salone dell’auto di Milano nel 1925, inizialmente con il telaio denominato NR in onore dell’ing. Nicola Romeo, ma venne poi definitivamente battezzata come 6C 1500 e per l’Alfa Romeo doveva essere il nuovo riferimento per le vetture di media cilindrata e dalle brillanti prestazioni.

Le prime versioni, la 6C 1500 Young del 1927 e la 6C 1500 Touring del 1928 (dai nomi del carrozziere inglese James Young e della carrozzeria italiana Touring) erano equipaggiate con un motore da 6 cilindri in linea da 1.500 cc. con singolo albero a camme in testa che sviluppava 54 CV e le permettevano di raggiungere i 125 km/h. Le vetture preparate per le corse, denominate Sport Spider, avevano telaio a longheroni in acciaio, carrozzeria spider (la prima prodotta in casa Alfa Romeo), sospensioni anteriori e posteriori ad assale rigido, balestre longitudinali semiellittiche, ammortizzatori a frizione, freni a tamburo. Il motore venne dotato di doppio albero a camme in testa (DOHC Double OverHead Camshaft) e di un compressore volumetrico a lobi, che innalzarono la potenza a 76 CV a 4.800 giri/min, ed in abbinamento ad un cambio a 4 marce + RM con un peso di 840 kg, permettevano una punta velocistica di ben 140 km/h. Queste soluzioni portarono alla vittoria della Mille Miglia del 1928, della 24 ore di Spa, della Targa Florio ed del Circuito di Modena.

Come usanza dell’epoca vari carrozzieri si dedicarono all’accoppiata motore/telaio della 6C 1500 fra i quali possiamo citare i più famosi Castagna e Zagato, sia per le versioni stradali che per quelle da competizione.

Mille Miglia del 1928:

n° 30 Campari / Ramponi, Alfa Romeo 6C 1500 Sport Spider Zagato, categoria Sport, cilindrata fino a 1.500 cc, 1º posto di classe ed il 1º assoluto.

n° 26 Marinoni / Guidotti, Alfa Romeo 6C 1500 Sport Spider Zagato, categoria Sport, cilindrata fino a 1.500 cc, 2º posto di classe ed il 4º assoluto.

n° 33 Bornigia / Guatta, Alfa Romeo 6C 1500 Sport Spider Zagato, categoria Sport, cilindrata fino a 1.500 cc, 3º posto di classe ed il 5º assoluto.

n° 25 Presenti / Canavesi, Alfa Romeo 6C 1500 Sport Spider Zagato, categoria Sport, cilindrata fino a 1.500 cc, 4º posto di classe ed il 8º assoluto.

n° 33 Presenti / Canavesi, Alfa Romeo 6C 1500 Sport Spider Zagato, categoria Sport, cilindrata fino a 1.500 cc, 4º posto di classe ed il 8º assoluto.

n° 27 Mancinelli / Bruno, Alfa Romeo 6C 1500 Sport Spider Zagato, categoria Sport, cilindrata fino a 1.500 cc, 5º posto di classe ed il 14º assoluto.

n° 35 Bonamico / Coccia, Alfa Romeo 6C 1500 Sport, categoria Sport, cilindrata fino a 1.500 cc, 6º posto di classe ed il 17º assoluto.

n° 31 Fussi / Sozzi, Alfa Romeo 6C 1500 Sport Spider Zagato, categoria Sport, cilindrata fino a 1.500 cc, 7º posto di classe ed il 20º assoluto.

n° 36 De Giovanni / Boris, Alfa Romeo 6C 1500 Sport, categoria Sport, cilindrata fino a 1.500 cc, 10º posto di classe ed il 39º assoluto.

Mille Miglia del 1929:

n° 76 Pirola / Guidotti, Alfa Romeo 6C 1500 SS siluro Ghia, categoria Sport, cilindrata fino a 1.500 cc, 1º posto di classe ed il 13º assoluto.

n° 93 Beretta / Fumagalli, Alfa Romeo 6C 1500 SS, categoria Sport, cilindrata fino a 1.500 cc, 2º posto di classe ed il 15º assoluto.

n° 71 Scampini / Bogani, Alfa Romeo 6C 1500 SS, categoria Sport, cilindrata fino a 1.500 cc, 3º posto di classe ed il 17º assoluto.

n° 42 Negroni / Sozzi, Alfa Romeo 6C 1500 SS, categoria Sport, cilindrata fino a 1.500 cc, 4º posto di classe ed il 18º assoluto.

n° 77 Rocchi / Cudelli, Alfa Romeo 6C 1500 SS, categoria Sport, cilindrata fino a 1.500 cc, non classificato

n° 108 Tarabini / Baciocchi, Alfa Romeo 6C 1500 SS, categoria Sport, cilindrata fino a 1.500 cc, non classificato.

n° 69 Manuel de Taffé, Alfa Romeo 6C 1500 SS, categoria Sport, cilindrata fino a 1.500 cc, equipaggio non presentatosi alla partenza.

Mille Miglia del 1930:

n° 108 Pirola / Guatta, Alfa Romeo 6C 1500 SS, categoria Sport, cilindrata fino a 1.500 cc, 1º posto di classe ed il 13º assoluto.

n° 105 Natali / Tabacchi, Alfa Romeo 6C 1500 SStf Spider, categoria Sport, cilindrata fino a 1.500 cc, 2º posto di classe ed il 14º assoluto.

n° 81 Peverelli / Dell’Orto, Alfa Romeo 6C 1500 Sport Spider Zagato, categoria Sport, cilindrata fino a 1.500 cc, 3º posto di classe ed il 19º assoluto.

n° 124 Corelli / Leati, Alfa Romeo 6C 1500 Sport Spider Zagato, categoria Sport, cilindrata fino a 1.500 cc, 4º posto di classe ed il 21º assoluto.

n° 75 Braccialini / Braccialini, Alfa Romeo 6C 1500 S, categoria Sport, cilindrata fino a 1.500 cc, 5º posto di classe ed il 28º assoluto.

n° 125 Trassara / Brocchieri, Alfa Romeo 6C 1500 Sport Spider Zagato, categoria Sport, cilindrata fino a 1.500 cc, 8º posto di classe ed il 39º assoluto.

n° 151 Restelli / Ferro, Alfa Romeo 6C 1500 SS, categoria Sport, cilindrata fino a 1.500 cc, 9º posto di classe ed il 42º assoluto.

n° 82 Beretta / Fumagalli, Alfa Romeo 6C 1500 S, categoria Sport, cilindrata fino a 1.500 cc, non classificato.

n° 95 Cellini / Lorenzoni, Alfa Romeo 6C 1500 S, categoria Sport, cilindrata fino a 1.500 cc, non classificato.

Mille Miglia del 1931:

n° 132 Caniato / Sozzi, Alfa Romeo 6C 1500 Sport Spider Zagato, Scuderia Ferrari, categoria Sport, cilindrata fino a 1.500 cc, 1º posto di classe ed il 14º assoluto.

n° 103 Gatti / Crivelli, Alfa Romeo 6C 1500 SS, categoria Sport, cilindrata fino a 1.500 cc, 2º posto di classe ed il 19º assoluto.

n° 78 Casalini / Consonno, Alfa Romeo 6C 1500 SS, categoria Sport, cilindrata fino a 1.500 cc, 3º posto di classe ed il 20º assoluto.

n° 109 Restelli / Pieri, Alfa Romeo 6C 1500 SS, categoria Sport, cilindrata fino a 1.500 cc, 4º posto di classe ed il 24º assoluto.

n° 148 Brambilla / Casella, Alfa Romeo 6C 1500 S Torpedo, categoria Sport, cilindrata fino a 1.500 cc, 5º posto di classe ed il 40º assoluto.

n° 121 Catalani / Pollini, Alfa Romeo 6C 1500 SS, categoria Sport, cilindrata fino a 1.500 cc, non classificato.

n° 128 Caniato / Carraroli, Alfa Romeo 6C 1500 Sport Spider Zagato, Scuderia Ferrari, categoria Sport, cilindrata fino a 1.500 cc, non classificato.

Mille Miglia del 1932:

n° 63 Giulay / Venturi, Alfa Romeo 6C 1500 SStf Spider Zagato, categoria Sport, cilindrata fino a 1.500 cc, 1º posto di classe ed il 6º assoluto.

n° 52 Lurani / Canavesi, Alfa Romeo 6C 1500 SStf Campari & Sorniotti, categoria Sport, cilindrata fino a 1.500 cc, 2º posto di classe ed il 9º assoluto.

n° 58 Gatti / Biagioni, Alfa Romeo 6C 1500 SS, categoria Sport, cilindrata fino a 1.500 cc, 3º posto di classe ed il 14º assoluto.

n° 57 Catalani / Polini, Alfa Romeo 6C 1500 SS, categoria Sport, cilindrata fino a 1.500 cc, 4º posto di classe ed il 23º assoluto.

n° 59 Caniato / Caniato, Alfa Romeo 6C 1500 SStf Spider Zagato, Scuderia Ferrari, categoria Sport, cilindrata fino a 1.500 cc, 5º posto di classe ed il 29º assoluto.

n° 55 Alfieri / Cella, Alfa Romeo 6C 1500 SS Spider Carrozzeria Sport, categoria Sport, cilindrata fino a 1.500 cc, 6º posto di classe ed il 32º assoluto.

Mille Miglia del 1933:

n° 52 Berroni / Carraroli, Alfa Romeo 6C 1500 SS Spider Zagato, Scuderia Ferrari, categoria Sport, cilindrata fino a 1.500 cc, 1º posto di classe ed il 16º assoluto.

n° 56 Delle Mura / Crivellari, Alfa Romeo 6C 1500 SS Spider Zagato, categoria Sport, cilindrata fino a 1.500 cc, 2º posto di classe ed il 23º assoluto.

n° 53 Gurgo Salice / De Mendoza, Alfa Romeo 6C 1500 SS, categoria Sport, cilindrata fino a 1.500 cc, 3º posto di classe ed il 26º assoluto.

n° 59 Alfieri / Scesa, Alfa Romeo 6C 1500 SS Spider Carrozzeria Sport, categoria Sport, cilindrata fino a 1.500 cc, 4º posto di classe ed il 27º assoluto.

Mille Miglia del 1934:

n° 27 Peduzzi / Comotti, Alfa Romeo 6C 1500 SStf Spider Brianza, Scuderia Ferrari, categoria Sport, cilindrata fino a 1.500 cc, 1º posto di classe ed il 13º assoluto.

n° 25 Mignini / Montesi, Alfa Romeo 6C 1500, categoria Sport, cilindrata fino a 1.500 cc, 2º posto di classe ed il 16º assoluto.

n° 28 Pellerano / Scarpari, Alfa Romeo 6C 1500, categoria Sport, cilindrata fino a 1.500 cc, non classificato.

n° 29 Argentiero / Ferrari, Alfa Romeo 6C 1500, categoria Sport, cilindrata fino a 1.500 cc, non classificato.

Mille Miglia del 1935:

n° 60 Gentili / Dofour Berté, Alfa Romeo 6C 1500, categoria Sport, cilindrata fino a 1.500 cc, 2º posto di classe ed il 26º assoluto.

n° 62 Pellerano / Pierucci, Alfa Romeo 6C 1500, categoria Sport, cilindrata fino a 1.500 cc, 3º posto di classe ed il 28º assoluto.

n° 68 Alfieri / Scesa, Alfa Romeo 6C 1500, categoria Sport , cilindrata fino a 1.500 cc, non classificato.

Mille Miglia del 1937:

n° 134 Contini / Salvadori, Alfa Romeo 6C 1500 Spider, categoria Sport, cilindrata fino a 1.500 cc, 1º posto di classe ed il 10º assoluto.

1928_AlfaRomeo_6C1500 Sport Zagato

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1928 Alfa Romeo 6C 1500 Sport

1928 Alfa Romeo 6C 1500 Sport

1929_Alfa Romeo 6C 1500 Ghia Siluro

1929_Alfa Romeo 6C 1500 Ghia Siluro

1929_Alfa-Romeo-6C-1500-SS

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1930-Alfa-Romeo-6C-1500-Super-Sport-Testa-Fissa-Spider

1930-Alfa-Romeo-6C-1500-Super-Sport-Testa-Fissa-Spider

1930-6c1500 SS Torpedo Farina

1930-6c1500 SS Torpedo Farina

1930-Alfa-Romeo-6C-1500-Super-Sport-by-Zagato

1930-Alfa-Romeo-6C-1500-Super-Sport-by-Zagato

1930 Alfa Romeo 6C 1500 Sport

1930 Alfa Romeo 6C 1500 Sport

1931-Alfa-Romeo-6C-1500-Sport-Castagna-Torpedo

1931-Alfa-Romeo-6C-1500-Sport-Castagna-Torpedo

1932-6c 1500 Campari & Sorniotti

1932-6c 1500 Campari & Sorniotti

1933 Alfa Romeo 6C 1500 SS Scuderia Ferrari

1933 Alfa Romeo 6C 1500 SS Scuderia Ferrari

1934 Alfa Romeo 6C 1500 SSTF Brianza

1934 Alfa Romeo 6C 1500 SSTF Brianza

Alfa Romeo 1 parte

Anche per l’Alfa Romeo faremo un breve cenno storico, fino alla fine degli anni 50, vista l’importanza del marchio e quanto ha contribuito a rendere mitica la 1000 Miglia.

In principio la Società Italiana Automobili Darracq produceva a Napoli, nel 1906, autovetture su licenza della casa francese. Alla fine dello stesso anno la produzione venne trasferita a Milano in un nuovo stabilimento in zona Portello, ma le vendite non supportavano i costi e la società venne messa in liquidazione. Nasce il 24 giugno 1910, per volere di alcuni imprenditori lombardi, l’ALFA (acronimo di Anonima Lombarda Fabbrica Automobili) e nello stesso anno venne presentato il primo modello, l’ALFA 24 HP, progettata da Giuseppe Merosi, e fu subito un successo.

Lo scoppio della prima guerra mondiale pose la casa automobilistica in crisi per mancanza di fondi per convertirsi alla produzione bellica. I soci decisero di vendere l’azienda alla Banca Italiana di Sconto che individuò l’ingegnere Nicola Romeo come acquirente e direttore dello stabilimento nell’agosto del 1915.

In soli due anni riuscì a rilevare il totale controllo della società convertendola alla produzione di munizioni, motori aeronautici ed attrezzature da miniera, interrompendo la produzione automobilistica.

Con la fine della guerra la società riprese a produrre autovetture ed il 3 febbraio 1918 il nome cambiò in Alfa Romeo ed il primo modello prodotto con la nuova denominazione fu la Alfa Romeo 20-30 HP del 1920.

Purtroppo, la mancanza di una vera rete commerciale, ed una pessima organizzazione societaria, portarono una grossa crisi finanziaria aggravata anche dal fallimento nel 1921 della Banca Italiana di Sconto, che venne rilevata di fatto dalla Banca d’Italia. Nel 1925 la banca estromise Romeo ed anche se il marchio aveva riacquistato un po’ di appeal, grazie alle vittorie nelle competizioni con la Alfa Romeo P2 nel primo campionato del mondo automobilistico, progettata dal nuovo direttore tecnico Vittorio Jano che contribuì in modo sostanziale al rilancio tecnologico ed alla fama internazionale del marchio, la situazione finanziaria non migliorò, anzi si prospettava la definitiva chiusura. Fu Benito Mussolini ad evitare la chiusura, convinto che l’Alfa Romeo con le vittorie nelle competizioni desse prestigio all’Italia. Nonostante i successi sportivi le casse della società non migliorarono e la crisi del 1929 non aiutò. Nel 1933 Benito Mussolini, tramite l’IRI, decise di rilevare le quote dalle banche ed affidò ad Ugo Gobbato la riorganizzazione dell’azienda.

Il lavoro in sinergia fra Gobbato ed Jano salvò di fatto l’azienda, che nel frattempo aveva prodotto auto eleganti e prestazionali come la 6C 1500, la 8C 2300 e la 8C 2900, che la resero famosa in tutto il mondo; celebre resta la frase, reale o presunta, di Henry Ford, che dichiarò di togliersi il cappello ogni volta che vedeva passare un’Alfa Romeo.

Sempre nel 1933 Ugo Gobbato decise di ritirare la Squadra Corse Alfa Romeo dalle competizioni, cedendo le attività ad Enzo Ferrari, ma questa è un’altra storia…

L’avvicinamento della seconda guerra mondiale diversifica la produzione con l’aggiunta dell’assemblaggio dei motori aeronautici e di autocarri che generarono l’80% del fatturato della casa. La guerra con i suoi devastanti bombardamenti portò alla chiusura nel 1943 dello stabilimento di Pomigliano d’Arco e nel 1944 del Portello.

Nel 1945 l’Alfa Romeo ritornò a produrre autovetture quali la 6C 2500 ed il cambio di direzione tecnica nel 1946 con Orazio Satta Puliga e con Giuseppe Luraghi, presidente di Finmeccanica, trasformarono l’azienda in una casa automobilistica produttrice di autovetture di grande serie.

La Alfa Romeo 1900 del 1950 fu l’emblema del nuovo corso grazie anche all’adozione della catena di montaggio che permise l’abbattimento dei costi di una produzione che era fino ad allora artigianale.

La produzione incrementò costantemente anche grazie alla Giulietta e passò dai 1.000 pezzi artigianali ai quasi 60.000 del 1960.

Le competizioni automobilistiche

L’Alfa Romeo debutta nelle competizioni nel 1911 con la 24 HP con poco successo alla Targa Florio. La prima vittoria arrivò nel 1913 con la 40-60 HP che trionfò alla Parma-Poggio di Berceto. Gli anni venti, grazie a piloti del calibro di Antonio Ascari, Giuseppe Campari, Enzo Ferrari ed Ugo Sivocci, videro un notevole incremento dell’attività sportiva. Il 1923 segnò la prima doppietta alla Targa Florio di Sivocci ed Ascari al volante di due RL fregiate per la prima volta dal Quadrifoglio Verde. Nel 1925, come abbiamo già detto, ci fu la vittoria del primo campionato del mondo di automobilismo con le vittorie di Antonio Ascari e Gastone Brilli-Peri a bordo delle P2 di Jano. Gli anni trenta videro la massiccia entrata in campo nei campionati sport prototipi con le P3 (conosciuta anche come Tipo B), la 6C 1750, la 8C 2300 e la 8C 2900 che le videro trionfare a tutte le edizioni della Mille Miglia dal 1928 al 1938 ad eccezione del 1931 dove a vincere fu la Mercedes-Benz. Partecipò e vinse per 4 volte consecutive dal 1931 al 1934, con la 8C 2300, alla 24 Ore di Le Mans. La casa del Biscione (il serpente visconteo che affianca la croce rossa in campo bianco, simbolo medioevale di Milano, del logo presente su tutte le autovetture) si distingue e vince nel campionato europeo con Ferdinando Minoia e Tazio Nuvolari e nel campionato europeo della montagna con Rudolf Caracciola, Carlo Felice Trossi e Mario Tadini. Dopo queste vittorie l’Alfa Romeo si ritirò momentaneamente dalle competizioni a causa dello scoppio della seconda guerra mondiale.

L’inizio degli anni cinquanta fu caratterizzato dalle due vittorie al Mondiale di Formula 1 nelle stagioni 1950 e 1951 grazie a Nino Farina al volante di una 158 (soprannominata Alfetta) ed a Juan Manuel Fangio, che pilotava una 159. Dopo questi due allori l’Alfa Romeo si ritirò momentaneamente dal campionato. Questi anni videro anche l’esordio nelle competizioni rallistiche anche se indirettamente essendo le Alfa Romeo impiegate in queste gare iscritte da scuderie private. Le prime vittorie importanti furono ottenute al Tour de Corse del 1957 ed al Rally dei Mille Laghi del 1958 con due esemplari di Giulietta.

RL Super Sport

Il progetto RL prende corpo nel 1920 con l’intento di gareggiare nelle competizioni internazionali nella nuova formula tremila. Venne prodotta in serie in varie versioni la “Normale” e la “Sport”, e successivamente (nel 1925) furono introdotte la “Turismo” e la “Super Sport”. Il lancio commerciale della vettura avvenne a Milano il 13 ottobre del 1921 ed in seguito al salone dell’auto di Londra.

L’autovettura era realizzata con un telaio a longheroni traverse in acciaio e carrozzeria Torpedo di Castagna. Le sospensioni erano ad assale rigido, all’anteriore con balestre longitudinale ed ammortizzatori a frizione, ed al posteriore con doppie balestre longitudinali ed ammortizzatori a frizione.

La versione che ha partecipato alla Mille Miglia era la Super Sport con motore a 6 cilindri in linea da 2994 cc con testata e basamento in ghisa, 2 valvole per cilindro, albero a camme laterale con comando ad ingranaggi ed alimentazione con 2 carburatori, che erogava 83 CV a 3.600 giri/min. Gestito da un cambio manuale a quattro marce, con peso a vuoto di 1600 kg., raggiungeva la velocità, dichiarata, di 130 km/h; i freni erano a tamburo sulle 4 ruote.

Alla Mille Miglia partecipò nel triennio 1927-1930 con le versioni RL SS, RL SS Torpedo ed RL SS Torpedo Zagato.

Mille Miglia del 1927:

n° 49 “Frate Ignoto” / Sozzi, Alfa Romeo RL SS 22/90, categoria Sport, cilindrata inferiore a 3.000 cc, 3º posto di classe ed il 7º assoluto.

n° 74 Gutermann / Munaron, Alfa Romeo RL SS 22/90, categoria Sport, cilindrata inferiore a 3.000 cc, 4º posto di classe ed il 9º assoluto.

n° 42 Brilli Peri / Presenti, Alfa Romeo RL SS 22/90, categoria Sport, cilindrata inferiore a 3.000 cc, non classificati

n° 43 Marinoni / Ramponi, Alfa Romeo RL SS 22/90, categoria Sport, cilindrata inferiore a 3.000 cc, non classificati

n° 94 Arpinati / Bertoni, Alfa Romeo RL SS 22/90, categoria Sport, cilindrata inferiore a 3.000 cc, non classificati

Mille Miglia del 1928:

n° 81 Tarabini / Baciocchi, Alfa Romeo RL SS, categoria Sport, cilindrata inferiore a 3.000 cc, 11º posto di classe ed il 34º assoluto.

n° 65 Artelli / Richetti, Alfa Romeo RL SS, categoria Sport, cilindrata inferiore a 3.000 cc, non classificati

n° 92 Minozzi / Ascari, Alfa Romeo RL SS, categoria Sport, cilindrata inferiore a 3.000 cc, non classificati

Mille Miglia del 1929:

n° 92 Artelli / Maturi, Alfa Romeo RL SS, categoria Sport, cilindrata inferiore a 5.000 cc, 2º posto di classe ed il 34º assoluto.

n° 65 Artelli / Richetti, Alfa Romeo RL SS, categoria Sport, cilindrata inferiore a 3.000 cc, non classificati

n° 92 Minozzi / Ascari, Alfa Romeo RL SS, categoria Sport, cilindrata inferiore a 3.000 cc, non classificati

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Alca

La ALCA (acronimo di Anonima Lombarda Cabotaggio Aereo) Volpe, venne presentata in un teatro romano alla presenza del comico Erminio Macario, il 30 Marzo del 1947.

Nacque da un progetto di Gioacchino Colombo (celebre per essere il progettista dei primi mortori Ferrari), disegnata da Flaminio Bertoni, con l’intento di essere un’alternativa economica alla Topolino e permettere la motorizzazione di massa dell’Italia del primo dopoguerra.

La carrozzeria portante in acciaio aveva delle linee tondeggianti, il parabrezza in resina sintetica e la capote apribile in tela, era lunga 250 cm, larga 102 ed alta 106 cm a capote chiusa; puntava sulla leggerezza, 135 kg di peso, e la semplicità costruttiva, non aveva il differenziale posteriore, data l’esigua carreggiata, l’avviamento “a strappo” come sui motori da barca ed il gruppo motore-cambio oscillante attraverso un solo ancoraggio alla scocca, come la Vespa Piaggio, nata solamente un anno prima. Il cortissimo passo, 150 cm, ed il diametro di sterzata di 2,75 metri, la rendevano particolarmente ,maneggevole.

Dotata di un motore bicilindrico a due tempi di 124 cc alimentato a miscela e raffreddato ad aria, aveva una potenza massima di 6 CV a 5000 giri/min, montato posteriormente, avrebbe permesso alla Volpe di raggiungere i 75 km/h di velocità. Il cambio era a 4 marce + retro, privo di frizione, con leva al volante e preselettore. Il comparto sospensioni era a balestra trasversale all’anteriore e due mezze balestre longitudinali al posteriore, con ammortizzatori telescopici, l’impianto frenante era a tamburo con comando meccanico.

Il lancio pubblicitario continuò con l’iscrizione alla Mille Miglia di cinque autovetture 2 in versione standard turismo e 3, denominate carrera, senza capote, con coda aerodinamica, poggiatesta integrato e motore turbocompresso, che purtroppo non si presentarono alla partenza.

Della microcar vennero prodotti meno di una decina di esemplari ed i sogni della ALCA svanirono con un’accusa di bancarotta fraudolenta nel 1948; la storia racconta di una truffa ben orchestrata, di una raccolta di ordini ed anticipi dei clienti pari a 300 milioni di lire e del coinvolgimento della casa spagnola Gemicar Internacional Auto S.L. di Madrid, che nel 1947 decise di costruire su licenza la vetturetta con denominazione Hispano Volpe, per il mercato interno, per il Portogallo, il Marocco, l’America latina e le colonie spagnole, ma nessuna autovettura varcò i cancelli degli stabilimenti spagnoli.

I pochi esemplari sopravvissuti di ALCA Volpe si trovano oggi in musei o collezioni private, come quella in possesso di Corrado Lopresto.

Il rimpianto, se vogliamo, è che la Volpe abbia per certi versi anticipato alcune delle soluzioni che sarebbero poi state adottate sulle “bubble car” con ben altro successo commerciale quasi dieci anni dopo, come la Kleinschnittger F125, la Iso Isetta, la Messerchmitt Kabinenroller (Mival in Italia), la Brütsch Mopetta e la Glas Goggomobil.

Mille Miglia del 1947:

n° 1 Di Giorgio / Spreafico, Alca Volpe, categoria Sport Speciale, cilindrata inferiore a 750 cc, equipaggio non presentatosi alla partenza.

n° 2 Sgarlatta / Cella, Alca Volpe, categoria Sport Speciale, cilindrata inferiore a 750 cc, equipaggio non presentatosi alla partenza.

n° 3 Tagifana / Lippi, Alca Volpe, categoria Sport Speciale, cilindrata inferiore a 750 cc, equipaggio non presentatosi alla partenza.

n° 4 Villa / Feller, Alca Volpe, categoria Sport Speciale, cilindrata inferiore a 750 cc, equipaggio non presentatosi alla partenza.

n° 5 Cerilli / De Santis, Alca Volpe, categoria Sport Speciale, cilindrata inferiore a 750 cc, equipaggio non presentatosi alla partenza.

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Ala d’Oro

Nel 1938 Franco Bertani, un gentleman driver e campione italiano nella classe 1100 cc, è a capo delle Officine Reggiane di Reggio Emilia che durante la guerra produceva componenti per gli aerei. Finita la guerra, nel 1946, fonda la Carrozzeria Ala d’Oro che si occupa di carrozzare le prime Stanguellini sia di produzione che da competizione.

La carrozzeria Ala d’Oro di Reggio Emilia nel 1946 realizzò, una barchetta a due posti su base Fiat 1100, che successivamente venne dotata di un hard top, molto simile ad una cabina di pilotaggio, disponeva di un motore 4 cilindri in linea da 1089 cc con monoblocco in ghisa e testata in lega leggera di derivazione Fiat 508 C. La potenza massima era di 45 CV a 6000 giri/min., che salirono a 60 CV a 6000 giri/min. nel 1948, con alimentazione 1 carburatore invertito Zenith 32 VIMB, 2 carburatori Weber 32 DR3 nel 1948.

Il telaio era a longheroni in lamiera d’acciaio stampata con traverse di irrigidimento, sempre di derivazione Fiat 508C, con sospensioni anteriori a ruote indipendenti con triangoli trasversali inferiori, braccio oscillante superiore, molle elicoidali ed ammortizzatori idraulici e sospensioni posteriori a ponte rigido con balestre longitudinali, ammortizzatori idraulici e barra stabilizzatrice. I freni erano a tamburo sulle quattro ruote.

Curiosamente solo negli anni 1948 e 1949 risultano iscritte autovetture Ala d’Oro, anche se il modello era una Stanguellini Fiat 1100 spider, infatti le altre furono iscritte o come Fiat o come Stanguellini.

Mille Miglia del 1947:

n° 100 Cacciari / Fabbri, Fiat 1100 Hard Top Carr. Ala d’Oro, categoria Sport, cilindrata inferiore a 1100 cc, non classificato.

Mille Miglia del 1948:

n° 82 Terigi / Berti, Stanguellini S1100 Spider Carrozzeria Ala d’Oro, categoria Sport, cilindrata inferiore a 1100 cc, 3º posto di classe ed il 4º assoluto.

n° 29 Braga / Baistrocchi, Fiat 1100 Spider Carrozzeria Ala d’Oro, categoria Sport, cilindrata inferiore a 1100 cc, 16º posto di classe ed il 29º assoluto.

Mille Miglia del 1949:

n° 520 Montanari / Montanari, Stanguellini 1100 Carrozzeria Ala d’Oro, categoria Sport, cilindrata inferiore a 1100 cc, non classificato.

n° 549 Bettinazzi / Nissotti, Stanguellini 1100 Spider Carrozzeria Ala d’Oro, categoria Sport, cilindrata inferiore a 1100 cc, non classificato.

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A.C.

La AC nasce dall’incontro fra un tecnico automobilistico ed un commerciante di carni che nel 1903 presentarono un mezzo a tre ruote, l’Auto Carrier prodotto l’anno seguente dalla società Autocar & Accessories Ltd. Seguirono un autoveicolo, sempre a tre ruote. Nel 1907 l’azienda cambiò nome in Auto Carriers Ltd ed iniziò la progettazione di autovetture a quattro ruote. La produzione iniziò dopo la prima guerra mondiale e nel circuito di Brooklands le vetture ottennero numerosi record di velocità terrestre di categoria.

Nel 1922 l’azienda passò nelle mani del pilota australiano Selwyn Francis Edge che la rinominò in AC Cars Ltd. che iniziò ad utilizzare il 6 cilindri in linea progettato da John Weller denominato per la sua costruzione leggera light six.

Nel frattempo le vicissitudini aziendali non erano ancora terminate e si assistette alla ridenominazione in AC (Acedes) Ltd nel 1927 e ad una interruzione della produzione con volontaria liquidazione dell’azienda, avvenuta in concomitanza della grande depressione del 1929.

L’attività venne ripresa, a livello artigianale, negli anni successivi e dopo l’interruzione dell’attività dovuta alla seconda guerra mondiale, la produzione civile riprende con la novità dell’utilizzo sui modelli, oltre che del classico motore due litri, anche di propulsori di fabbricazione Bristol ed a seguire Ford.

I modelli principali costruiti sono la AC Aceca (versione berlinetta) e la AC Ace (versione roadster) che sono state utilizzate in varie competizioni negli anni sessanta, con buoni risultati

Ace

La vettura sportiva Ace del 1953 nasce da un progetto di Giovanni Tojeiro con un telaio leggero, di legno di frassino e tubi di acciaio, con carrozzeria a due posti aperti in alluminio, sospensioni indipendenti a balestra trasversale. Il motore era il sei cilindri in linea light six da 100 CV (75 kW) da due litri a camme in testa. Non era certo un motore sportivo, tuttavia, con l’utilizzo del Bristol le prestazioni subirono un notevole incremento. Questa barchetta è stata la base per la fortunata AC Cobra di Carroll Shelby che la equipaggiò inizialmente con il 2.6 L di Ken Rudd di origine Ford da 170 CV (127 kW) che gli permise di raggiungere una velocità massima di 130 mph (209 km/h) e 0-60 mph (0-100 km/h) in 8,1 secondi.

Mille Miglia del 1956:

n° 234 Ferrari – Dari, AC Ace, categoria Gruppo speciale vetture sport aperte con limite di prezzo, cilindrata 2000 cc, non arrivata causa incidente.

n° 238 Jean Caracciolo, AC Ace, categoria Gruppo speciale vetture sport aperte con limite di prezzo, cilindrata 2000 cc, non ha finito la corsa.

n° 239 Hermano da Silva Ramos, AC Ace, categoria Gruppo speciale vetture sport aperte con limite di prezzo, cilindrata 2000 cc, non ha finito la corsa.

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Aceca

La Aceca è una coupé chiusa dalla società britannica AC Cars, prodotta dal 1954 fino al 1963 con motore 6 cilindri in linea da 125 CV (93 kW) “D-Type” 2.0 L, oppure con un meno potente “B-Type” da 105 CV (78 kW), unità provenienti da Bristol Cars.

Basato su un disegno BMW, con blocco in ghisa e testata in alluminio, ha un singolo albero a camme con aste verticali tre carburatori rovesciati Solex in linea, imbullonati direttamente alla fusione della testa del cilindro con piccole piastre di adattamento

Era nata sulla base della due posti aperta AC Ace, costruita a mano secondo la tradizione britannica, con legno di frassino e tubi di acciaio, con carrozzeria in alluminio. La caratteristica peculiare è stata il portellone nella parte posteriore, rendendo l’Aceca la seconda macchina, dopo l’Aston Martin DB2 / 4 del 1953, ad avere tale elemento.

Le ruote a raggi da 16” e la distribuzione del peso vicino al 50/50, le sospensioni indipendenti nella parte anteriore e posteriore con balestre trasversali, consentivano una maneggevolezza eccezionale.

Mille Miglia del 1957:

n° 306 Tom Clarke, AC Aceca Bristol, categoria Gran Turismo, cilindrata 2000 cc, 6º posto di classe ed il 147º assoluto.

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1000 Miglia 2015

Eccoci di ritorno dopo aver partecipato alla 1000 Miglia 2015 al seguito della scuderia Noci Motor Classic ed un periodo di pausa per riordinare la documentazione e ripresentarci a breve con la storia delle case che hanno partecipato alla corsa più bella del mondo.

Potete trovare il resoconto sulle pagine del sito www.nocimotorclassic.com:

http://www.nocimotorclassic.com/new/gallery-det.php?pagineId=124

http://www.nocimotorclassic.com/new/gallery-det.php?pagineId=125

http://www.nocimotorclassic.com/new/gallery-det.php?pagineId=126

http://www.nocimotorclassic.com/new/gallery-det.php?pagineId=127

http://www.nocimotorclassic.com/new/gallery-det.php?pagineId=128

http://www.nocimotorclassic.com/new/gallery-det.php?pagineId=129

ed il reportage fotografico completo alla pagina facebook:

https://www.facebook.com/tabacab/photos_albums

Alleghiamo inoltre gli articoli pubblicati dal “Giornale di Brescia” nelle giornate della corsa e le clessifiche finali

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Classifica I tappa

Classifica II tappa

Classifica III tappa

Classifica Finale